Il
Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano ha avviato una
collaborazione con Anafij per l’individuazione di indici genetici che
portino alla selezione di bovine non più solo produttive, ma anche più
longeve, più resistenti alle malattie e in grado di produrre meno
emissioni di metano e ammoniaca.
Lo ha
detto il presidente dell’ente di tutela, Nicola Bertinelli, ospite del
settimanale appuntamento online che Anafij organizza tutti i
mercoledì a partire dalle ore 13.30 sulla loro pagina FB.
Oltre a
Bertinelli, all’incontro hanno partecipato Maurizio Marusi, coordinatore
tecnico di Anafij, Marco Nocetti, Responsabile del Servizio tecnico del
Consorzio e Raffaella Finocchiaro dell’ufficio Ricerca e sviluppo di
Anafij.
“Durante
i mesi della pandemia i consumi di Parmigiano Reggiano hanno avuto
un’impennata – ha sottolineato Bertinelli – così come sono aumentate le
vendite di prodotti italiani di qualità. Oggi il consumatore richiede
con sempre maggiore convinzione un prodotto che sia buono ma anche
sostenibile, sia in termini di benessere animale che di rispetto
ambientale. Quindi alla bontà occorre unire il concetto di valore,
quello che in qualche modo certifica come e in che modo il latte
trasformato in Parmigiano Reggiano è stato prodotto. Il Consorzio ha
capito l’importanza di questo aspetto e insieme ad Anafij sta lavorando
per elaborare una certificazione che attesti l’eticità produttiva del
latte destinato alle nostre forme”.
Indici
genetici e certificazione. È questa la nuova frontiera degli allevamenti
di bovine da latte dove si produce per il Re dei Formaggi. La
collaborazione tra Consorzio e Anafij si rivela quindi strategica “sia
per garantire all’allevatore redditività – ha ricordato Maurizio Marusi
– ma anche e soprattutto quella sostenibilità ambientale, sociale,
economica, produttiva da cui non è più possibile prescindere”.
“Si
tratta di un processo che coinvolge anche la massima valorizzazione del
foraggio utilizzato per l’alimentazione delle bovine – ha ricordato
Marco Nocetti – a cui si aggiungono le migliori strategie allevatoriali
finalizzate alla riduzione del farmaco, che secondo le indicazioni di
Bruxelles entro il 2030 dovrà registrare una diminuzione del 50%. È un
obiettivo importante, ambizioso ma comunque raggiungibile, in cui la
genetica ricoprirà un ruolo sempre più centrale. È per questo che la
collaborazione con Anafij è e sarà sempre più determinante”.
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