Le
telecamere della trasmissione televisiva Mediaset MELAVERDE hanno fatto
tappa all’Azienda Agricola Sopramonte di Chiara e Paolo Loi in quel di
Mercato Saraceno, provincia di Forlì.
Il
servizio è andato in onda durante la puntata di domenica 19 settembre ed
è possibile rivederlo
Una
storia di allevatori di pecore, quella della famiglia Loi, che parte da
lontano, con i nonni di Chiara e Paolo che si trasferirono sulle colline
romagnole provenienti dalla Sardegna negli anni Sessanta e che a loro
volta passarono il testimone a Giovanni – papà di Chiara e Paolo – che
con la moglie Antonia nel 1998 decise di ristrutturare completamente
l’azienda Sopramonte dove oggi si allevano 1300 pecore di razza Sarda,
400 di razza Lacan oltre a 200 capre e a una decina di bovine di razza
Frisona.
“I
nostri genitori hanno saputo trasmetterci fin da piccoli la passione e
la dedizione per questo lavoro – racconta Chiara, 33 anni – e per me e
mio fratello Paolo, che di anni ne ha 36,
è stato naturale continuare un’attività a cui i nostri nonni e
poi il papà e la mamma hanno dedicato la vita. Certo, le difficoltà non
mancano, a iniziare dall’aspetto legato alla redditività aziendale. Oggi
un litro di latte ovino viene pagato a
noi produttori non più di 81 centesimi. Se pensiamo che poco più
di trent’anni fa la sua quotazione era di 1.500 lire si fa presto a
capire che non c’è stato nessun aumento, contrariamente a quanto
avvenuto per i costi di produzione che nel frattempo sono invece
triplicati, soprattutto per un’azienda come la nostra che segue il
sistema biologico”.
La
maggior parte del latte prodotto viene conferito mentre la rimanente
quota viene trasformato in azienda dove è stato realizzato uno spaccio
dedicato alla vendita diretta. Numerose le tipologie di formaggi
prodotti: si va dal classico pecorino nei diversi gradi di stagionatura,
alla robiola, allo stracchino, alla mozzarella, al primo sale e al
rinomato formaggio di fossa, una produzione che viene proposta in
vendita anche durante le manifestazioni fieristiche organizzate nelle
diverse località della zona e ai mercati dei paesi limitrofi.
“Grazie ai 300 ettari di terreno di cui disponiamo – sottolinea ancora Chiara – dove coltiviamo erba medica, seminativi, avena e orzo, possiamo soddisfare quasi totalmente il fabbisogno alimentare del nostro bestiame, al quale forniamo una marginale integrazione di mangime, ovviamente biologico. Purtroppo in questi ultimi anni i cambiamenti climatici stanno creando ulteriori problemi. Penso alla perdurante siccità, alla infestazione di cavallette che soprattutto quest’anno ha causato la distruzione pressochè totale delle coltivazioni. Una situazione davvero molto pesante che anche e soprattutto per questo meriterebbe di essere in parte sanata da una migliore valorizzazione del latte ovino prodotto.
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