Luca Panichi presidente Anabic:
“Al consumatore più consapevole
rispondiamo con la forza della nostra professionalità”

23/11/2020

 

Luca Panichi guiderà per i prossimi tre anni l’Associazione nazionale allevatori bovini italiani da carne (Anabic). L’elezione alla presidenza  è avvenuta nei giorni scorsi da parte dei soci in base a quanto previsto dall’introduzione della Legge 52 che definisce Anabic come associazione di primo grado.

Cinque le razze rappresentate da Anabic: Romagnola, Marchigiana, Chianina, Maremmana e Podolica, per un totale di 160mila capi allevati in più di 5mila aziende situate in gran parte nelle regioni del Centro e del Sud Italia.

“Tra le novità introdotte dalla Legge 52 – dichiara Panichi – ce n’è una molto importante e riguarda il rapporto diretto con i soci che ritengo debba essere incentivato. A questo proposito l’assemblea ha opportunamente ampliato da 7 a 9 i componenti del Consiglio direttivo individuandone uno per ognuna delle 9 regioni dove vengono allevati la maggior parte dei capi di bestiame delle cinque razze che Anabic rappresenta. Si tratta di Campania, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Marche, Lazio, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna. Questo ci permetterà di avere dei punti di riferimento più diretti per registrare rapidamente le diverse esigenze territoriali”.

Valorizzare la professionalità degli allevatori e della carne che producono rispondendo alle richieste di un consumatore sempre più consapevole. Sono questi gli obiettivi che Panichi intende centrare nel triennio che lo vedrà alla presidenza di Anabic.

“Il mantenimento di un patrimonio zootecnico così importante come quello che rappresentiamo – puntualizza – passa necessariamente dalla costante valorizzazione di tutto quello che lo costituisce. In quest’ottica le richieste che arrivano dal mercato non devono essere sottovalutate, perché se fino a qualche tempo fa il consumatore chiedeva una qualità garantita, tracciata, sicura, oggi a tutto questo aggiunge un’altra domanda: come viene allevato quell’animale da cui deriva la carne che acquisto e porto sulla mia tavola? Noi siamo assolutamente in grado di fornire risposte concrete, vere e convincenti. Nel 70% dei casi i nostri bovini vivono allo stato brado, con una percentuale del 50% per quanto riguarda le vacche nutrici. Se già questo può garantire condizioni di maggior benessere, non dimentichiamo l’importante ruolo di presidio del territorio svolto dall’allevatore. Ma è soprattutto sul processo legato al miglioramento genetico del bestiame che possiamo individuare lo strumento più idoneo per ottenere un prodotto di eccellenza, quel miglioramento che ci permette di avere animali più sani, maggiormente in grado di registrare un’ottima efficienza energetica e una minore emissione di metano, rispondendo in questo modo ai criteri di sostenibilità ambientale ed economica a cui la nuova Pac farà grande riferimento.  Durante il lockdown della scorsa primavera – continua Panichi – non abbiamo registrato un calo nei consumi delle nostre carni. Questo vuol dire che davanti a dati oggettivi inconfutabili, il consumatore è disposto a spendere un po’ di più perché non solo sa di acquistare un prodotto migliore, ma crede alle informazioni che forniamo. Quindi, se è vero che da una parte il mondo dei vegani è in crescita, è altrettanto vero che la consapevolezza degli onnivori aumenta di pari passo”. Per il presidente di Anabic le politiche di valorizzazione e promozione delle cinque razze rappresentate dall’associazione che presiede devono essere sempre più mirate e strategiche. “È quello che stiamo facendo soprattutto per la Romagnola – conclude – una razza  dalle eccellenti qualità organolettiche per la quale stiamo cercando di instaurare un percorso di valorizzazione molto incisivo che la premi definitivamente come merita. Mi piace ricordare, senza falsa modestia, che noi alleviamo una quantità infinita di qualità oggettive e soggettive che sono in quel prodotto che si chiama carne. E in questo pensiero credo si racchiuda tutta la passione e l’abnegazione del nostro lavoro”.