|
Il sorgo, le potenzialità di una coltura da scoprire
|
10/08/19 |
Araer ha
patrocinato il Convegno che si è tenuto a
Bologna il 21 novembre scorso
e che ha riscosso un grande successo di pubblico
Il
pubblico delle grandi occasioni, composto peraltro da numerosi
allevatori, ha partecipato il 21 novembre scorso al convegno dal titolo “Il sorgo,
la risposta a un’agricoltura che guarda al futuro”, promosso
dall’Organizzazione Interprofessionale Europea Sorghum ID e patrocinato
tra gli altri anche da Araer, sempre attenta a quanto il mondo
scientifico propone per il miglioramento professionale dei suoi
associati.
L’evento
ha raccolto nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Mediche
Veterinarie dell’Università di Bologna un pubblico interessato ad avere
maggiori informazioni su un cereale che oltre a essere il quinto per
importanza nel mondo, racchiude numerose potenzialità perché, come ha
ricordato il professor Andrea Formigoni nel suo intervento, “possiede le
caratteristiche più vicine a quelle del mais. Le prove effettuate
inserendolo nella razione alimentare delle bovine da latte destinate
alla produzione di Parmigiano Reggiano, infatti – ha spiegato – ci hanno
permesso di stabilire che
nelle diete in cui il sorgo granella è stato inserito come unico
cereale, esso può sostituire il mais senza particolari inconvenienti
mentre quando è stato introdotto silosorgo in sostituzione di silomais i
risultati ottenuti sono stati pressochè identici uno all’altro.
Non solo. I parametri di grasso e
proteine presenti nel latte sono stati superiori e rispettivamente di
3,33% e 3,04%, mentre con mais e orzo la percentuale si è fermata a
3,21% e 2,97”.
Formigoni ha sottolineato inoltre alcune importanti caratteristiche del
sorgo: resistenza alle malattie fungine, maggiore quota di lisina,
metionina e lipidi monoinsaturi, fibra che si degrada più rapidamente,
elevata quota di zuccheri e buona propensione all’insilamento. Ma il
sorgo, che soprattutto in Francia è al centro di numerose ricerche
scientifiche orientate al suo miglioramento genetico, racchiude anche
altre interessanti potenzialità. A iniziare dai costi colturali che,
rispetto al mais, sono decisamente inferiori. Lo ha illustrato il
professor Alessandro Ragazzoni partendo dal fabbisogno idrico del sorgo,
mediamente inferiore al mais di circa il 50%, “Recentemente abbiamo
svolto uno studio economico che ha messo a confronto gli indici di
bilancio colturale di mais e sorgo – ha affermato nel suo intervento al
convegno – I risultati ottenuti sono stati molto interessanti.
Considerando infatti i diversi parametri, il valore euro/ha in termini
di costi totali è stato di 1.798 euro per il mais e di 1.238 euro per il
sorgo, quindi una maggiore sostenibilità economica a cui si deve
aggiungere quella ambientale, visto che colture come il sorgo, definite
a basso impatto, produce circa la metà delle emissioni climalteranti
prodotte dal mais: 3,29tonCo2/ha di gas serra quest’ultimo e
1,90tonCo2/ha il sorgo”.
Intanto,
come si diceva, la ricerca scientifica sul miglioramento genetico del
sorgo soprattutto in Francia va avanti e dal 1970 al 2017, tra i suoi
indubbi e positivi effetti, ha permesso di ottenere in media un aumento
di 3 tonnellate/ha. Lo ha ricordato il dottor Frédéric Guedj, secondo il
quale è fondamentale che la ricerca non si fermi e veda il
coinvolgimento sinergico di enti pubblici e privati, senza trascurare
un’azione di informazione adeguata verso gli agricoltori e gli
allevatori, che devono guardare al sorgo anche come coltura, nella sua
tipologia da biomassa, particolarmente indicata
per l’alimentazione di impianti a
biogas e soprattutto produzione di biometano avanzato.
L’Emilia
Romagna, sull’intero territorio nazionale, è la regione dove si
registrano il maggior numero di ettari coltivati a sorgo e di
conseguenza la maggiore produzione. I dati pubblicati dall’Istat nei
giorni scorsi riferiti al 2019, evidenziano
un totale di 27.664ha coltivati (nel 2018
sono
stati 22.712) per una produzione totale di 227.300
tonnellate, a fronte di 206.931 del 2018: +9,84. L’incremento di
superfici e produzione ha riguardato comunque tutta l’Italia, laddove il
sorgo viene coltivato, e si è passati da 39.596ha a 46.692ha (+17,92%)
pari a una produzione totale di 325.871 tonnellate (294.805 nel 2018:
+10,53%).
Tornando
all’Emilia Romagna, Bologna e la sua provincia rappresentano il
territorio con la maggior numero di ettari coltivati, seguono Modena,
Ferrara, Ravenna e poi via via tutte le altre.
|