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Convegno sui bovini di razza Romagnola,
serve un nuovo approccio sanitario
e un progetto di valorizzazione
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05/12/19 |
L’obiettivo è fare tutto il possibile per impedire l’estinzione di una
razza autoctona tra le più antiche e pregiate come la Romagnola,
lavorando per valorizzare la sua carne, un prodotto di elevata qualità
che non ha nulla da invidiare alla più blasonata Chianina.
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Marco Baccini |
Luca Panichi |
Maurizio Garlappi |
Sono state queste le basi su cui si è snodato il convegno organizzato
dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) in
collaborazione con Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini
italiani da carne, svoltosi il 4 dicembre scorso a San Piero in Bagno in
provincia di Forlì-Cesena alla presenza del sindaco, Marco Baccini, del
presidente Araer, Maurizio Garlappi, del presidente Anabic, Luca
Panichi, del direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
dell’Umbria e delle Marche, Giovanni Filippini,
del Responsabile del Libro genealogico Anabic, Andrea Quaglia e
del Coordinatore Spa Forli-Cesena/Rimini, Fabrizio Benedetti.
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Giovanni Filippini |
Andrea Quaglia |
Con
quest’ultimo evento che ha raccolto nella sala di Palazzo Pesarini un
numeroso pubblico di allevatori, gli incontri dedicati all’allevamento
di bovini di razza Romagnola organizzati nel 2019 da Araer ammontano a
tre, “segno evidente che per l’Associazione la Romagnola riveste un
ruolo molto importante – ha sottolineato Maurizio Garlappi – soprattutto
in un momento di grande evoluzione del settore zootecnico come quello
che stiamo vivendo. Dopo il successo della Mostra nazionale svoltasi ad
Agriumbria nella primavera scorsa, contiamo di ripetere l’esperienza il
prossimo anno e continuare a organizzare appuntamenti di approfondimento
e confronto come quelli promossi durante l’anno che sta per
concludersi”. Ma, al di là degli impegni e degli auspici, per i bovini
di razza Romagnola i problemi non mancano, a iniziare dalle consistenze,
che come ha ricordato Andrea Quaglia riguardo gli allevamenti, “dal 1988
al 2018 sono passati da 1800 a 350, mentre il numero di capi è rimasto
sostanzialmente stabile intorno alle 8mila unità. Quello però che
minaccia la sopravvivenza della razza è la diffusa consanguineità dei
soggetti, al punto da pregiudicarne lo stato sanitario. Per questo è
importante acquistare i vitelli presso il Centro genetico Anabic e non
attraverso canali commerciali spesso invece privilegiati. Il motivo è
molto semplice – ha ricordato Quaglia – il Centro genetico offre
garanzie diversamente non disponibili altrove perché i vitelli in
vendita sono frutto di accoppiamenti programmati, la genealogia e le
performance sono certificate, i soggetti sono testati sia da un punto di
vista sanitario che andrologico, sono assicurati e non hanno un costo
superiore rispetto a quello richiesto da un altro acquirente”.
L’aspetto sanitario, a partire dall’utilizzo responsabile del farmaco,
si posiziona al primo posto nell’elenco delle priorità da rispettare per
migliorare l’allevamento dei bovini di razza Romagnola. Su questo
aspetto Giovanni Filippini è stato molto chiaro. “Ci troviamo davanti a
un bivio – ha dichiarato – che ci impone di modificare completamente in
allevamento l’approccio sanitario, perché a differenza di quanto è
avvenuto fino a oggi non possiamo più permetterci di inseguire le
problematiche sanitarie quando si manifestano, dobbiamo prevenirle. Fra
non più di un paio d’anni le normative previste dalla UE ci
obbligheranno a dimostrare perché, come e quanto farmaco abbiamo
utilizzato per curare i nostri animali e siccome siamo in presenza di un
fenomeno allarmante quale è l’antibioticoresistenza, dobbiamo entrare in
un meccanismo d’azione diverso partendo da una maggiore consapevolezza,
da un’analisi accurata, da una gestione complessiva dell’allevamento che
tiene nella dovuta considerazione l’ambiente, l’alimentazione, lo stato
di benessere dell’animale: è giunto il momento che tra personale
veterinario e allevatori si crei un’alleanza basata prima di tutto sulla
prevenzione”.
“Il
26% dell’economia del territorio è rappresentato dall’allevamento
zootecnico, ha dichiarato introducendo i lavori il sindaco di San Piero
in Bagno, Marco Baccini – e questo per noi rappresenta un valore
rispetto al quale vorremmo poter stanziare contributi di una certa
consistenza economica. Le risorse a disposizione però sono scarse e per
il momento ci permettono di mettere in campo interventi di spalatura e
manutenzione delle strade per agevolare l’attività dell’intero settore
agrozootecnico, a cui va aggiunto il lavoro che i Comuni della Montagna
romagnola, tra cui San Piero in Bagno, stanno portando avanti per la
promozione delle nostre eccellenze agroalimentari, tra le quali la carne
di razza Romagnola rappresenta uno dei più importanti fiori
all’occhiello: anche per questo siamo orgogliosi di poter collaborare
con associazioni come Araer e Anabic nell’organizzazione di eventi che
possano contribuire al processo di valorizzazione del prodotto”.
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