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Successo della Mostra Nazionale dei
bovini da carne
di razza Romagnola
Tutti d’accordo per una maggiore
valorizzazione
della
carne. E della Romagnola in particolare
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09/05/2018 |
“Non esiste alcun dubbio
sulla bravura degli allevatori a produrre,
purtroppo non si può dire lo stesso per
quello che riguarda la comunicazione”.
Il presidente Araer, Maurizio Garlappi,
durante il suo intervento introduttivo alla Tavola rotonda
Così Maurizio Garlappi, presidente
dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) nel
suo intervento introduttivo alla Tavola rotonda che si è tenuta il 5
maggio scorso a Bastia (RA), in occasione della 27ma Mostra Nazionale
del Bovino da carne di razza Romagnola, organizzata da Araer in
collaborazione con Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini da
carne). Una rassegna che oltre a vedere sfilare i migliori esemplari di
questa razza autoctona, nei suoi tre giorni di svolgimento vuole fare il
punto sull’andamento produttivo e contribuire a un indispensabile
processo di valorizzazione oggi particolarmente necessario.
“Parte
dalla territorialità il rilancio degli allevamenti da carne italiani”
è stato il titolo della Tavola rotonda coordinata dal direttore di Aia
(Associazione italiana allevatori) Roberto Maddè, che nell’aprire i
lavori ha sottolineato l’importanza di un comparto, quello dei bovini da
carne, che solo dal 2016 ha iniziato a invertire una tendenza negativa
iniziata nel 2005.
“La contrazione
produttiva di questo comparto
zootecnico registrata a livello nazionale nel decennio 2005-2015 – ha
illustrato Roberto Milletti dell’Ismea – ha toccato il 10% e solo nel
2016 i volumi hanno avuto una ripresa pari a
+3,9%
in peso e +5,6% in numero di capi, si tratta di dati positivi che hanno
visto la produzione stabilizzarsi nel 2017. In base alle rilevazioni in
nostro possesso al primo dicembre 2017, su un capitale bovino
complessivo, quindi latte e carne, pari a poco più di 5,9 milioni di
capi, oltre 2 milioni riguardano la filiera della carne, ma di questi
solo 0,5 milioni appartengono alle razze autoctone come la Romagnola”.
Riguardo i consumi, Milletti ha sottolineato il segno positivo rilevato
nel primo trimestre di quest’anno, con un incremento di oltre il 4% che
si traduce in un +2,5% in volumi.
Luca Avoledo, naturopata e nutrizionista. Il
suo intervento è stato particolarmente apprezzato e seguito
Eppure sappiamo molto
bene quanto la carne, soprattutto quella rossa, ciclicamente venga
accusata di essere all’origine dell’insorgenza di malattie spesso gravi.
“Esiste purtroppo la convinzione diffusa che la carne sia un alimento
nocivo – ha illustrato Luca Avoledo, naturopata e nutrizionista – il che
genera nel consumatore, ma anche in certe categorie di professionisti,
un legittimo interrogativo sulla salubrità di questo prodotto,
alimentato peraltro a volte
da
scandali alimentari, dichiarazioni autorevoli o, peggio ancora, cattiva
comunicazione. Ne è un esempio lo studio Iarc (Agenzia internazionale
per la ricerca sul cancro, ndr) del 2015, che venne
in qualche modo manipolato dal momento
che i risultati a cui erano giunti gli studi condotti indicavano
nell’assunzione delle carni trasformate la causa dell’insorgenza di
gravi neoplasie, mentre alle carni rosse veniva attribuito un ‘probabilmente’
che avrebbe dovuto indurre la stampa a una maggiore prudenza. Detto ciò,
e senza voler demonizzare le scelte alimentari di ognuno di noi, credo
che il buon senso e soprattutto un approccio scientifico al tema siano
fondamentali per non farsi guidare dalle ossessioni o, peggio ancora,
dalle mode del momento. La carne è il cibo perfetto, questo non va
dimenticato, non solo il suo consumo ha permesso all’uomo di evolversi,
ma il suo apporto in numerose fasi della vita è indispensabile per
garantire le migliori condizioni di salute”.
Il tema della
comunicazione è quindi centrale. E lo è ancora di più per una produzione
di nicchia come quello legato ai bovini di razza Romagnola, che oggi in
Emilia Romagna contano poco meno di 10mila soggetti prodotti
in 301 allevamenti. Il presidente
Garlappi, nel suo intervento, ha voluto sottolineare quanto purtroppo lo
sforzo degli allevatori non sia premiato dal mercato, contrariamente a
quanto avviene per altre razze di bovini da carne, ricordando che
“Araer, in collaborazione con Aia, sta intensificando il suo supporto
tecnico agli allevatori per invertire questa tendenza che potrebbe
portare
la Romagnola all’estinzione. Sarebbe un grave danno – ha dichiarato –
perché questa razza non rappresenta solo una parte importante del
territorio, è un’eccellenza agroalimentare e come tale merita la giusta
valorizzazione”.
Roberto Maddè, in piedi, a inizio lavori. Alla sua destra Luca
Avoledo. Dalla sua sinistra: Maurizio Garlappi, Roberto Milletti e
Giovanni Filippini
Un concetto condiviso da
Giovanni Filippini dell’Istituto zooprofilattico sperimentale
dell’Umbria e delle Marche, che ha affrontato il tema sempre più attuale
del benessere animale e dell’antibioticoresistenza, ricordando
l’importanza delle vaccinazioni “vera terapia preventiva che deve
trovare ampia applicazione in tutti gli allevamenti. Un processo che
relativamente all’Ibr (rinotracheite infettiva bovina,
ndr) vede nei bovini di razza
Romagnola un esempio da seguire. Infatti – ha affermato Filippini – oggi
solo l’11% degli allevamenti risultano positivi, percentuale che si
traduce nel 25% di animali. Ebbene, sono convinto che con un minimo
sforzo si possa arrivare a eradicare completamente questa malattia. Per
questa razza sarebbe un passo fondamentale, che abbinato a strategie
mirate e di lungo respiro le permetterebbe di conquistare una leadership
importante
con tutti i benefici che questo può comportare”.
In ogni caso la 27ma Mostra Nazionale dei bovini
da carne di razza Romagnola si è imposta anche quest’anno come un
apprezzato appuntamento che grazie alle numerose iniziative messe in
campo ha richiamato un gran numero di visitatori, complici anche le
splendide giornate di sole che hanno caratterizzato la rassegna.
Immagini della mostra
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