Poteva essere l’assemblea che di
fatto sanciva la morte del sistema allevatori.
Invece, e per fortuna, con il dietro-front dei paventati e
pesanti tagli ai finanziamenti pubblici annunciati non più tardi di un
paio di settimane fa, l’annuale appuntamento dell’Associazione regionale
allevatori dell’Emilia Romagna (Araer),
svoltosi il 3 luglio presso la sede di Granarolo Emilia, è stato ancora
una volta l’occasione per illustrare l’andamento tecnico-economico della
zootecnia regionale nel 2016, che ha chiuso il bilancio con un lieve
segno positivo nonostante un’ulteriore diminuzione del sostegno
pubblico, e stilare una previsione
per l’anno in corso. “L’assetto del sistema allevatori è destinato a vivere grandi cambiamenti – ha introdotto il suo intervento il presidente Araer, Maurizio Garlappi – Se i tagli annunciati si fossero concretizzati questa assemblea avrebbe avuto ben altri argomenti da affrontare. Fortunatamente, grazie al tempestivo intervento degli assessorati regionali all’Agricoltura, in primis il nostro, e alla grande mobilitazione mai avvenuta in passato da parte del sistema allevatori, il Mipaaf ha sbloccato le risorse indispensabili per garantire i controlli funzionali”
. Dal 2013 a oggi Araer ha avviato al suo interno una profonda riorganizzazione, che pur nel contenimento dei costi ha saputo aumentare i servizi offerti agli iscritti.
Un aspetto che trova un positivo riscontro nel numero di soci, passati
da 2.518 del 2012, a
2.708 di quest’anno, numeri
che si traducono in 291.033
capi grossi sotto controllo alla data del
31 dicembre 2016.
“Oltre al rinnovo delle cariche sociali – ha sottolineato Garlappi – il
2016 sarà ricordato per la completa
implementazione del nuovo e innovativo sistema gestionale
Si@lleva, che ci vede impegnati nell’installazione del programma ma
soprattutto nel trasferimento all’allevatore di come utilizzarlo
sfruttando le molteplici funzioni previste; così come va menzionata
l’incessante attività del nostro laboratorio di analisi che nel 2016,
rispetto all’anno precedente, ha registrato un incremento del
6,69% per un numero
complessivo di analisi pari a
1.441.551, in cui devono essere conteggiate anche quelle effettuate
per la Regione Toscana, alla quale a breve si unirà l’Umbria, il Lazio e
l’Abruzzo, segno evidente che anche da questo punto di vista Araer
rappresenta un importante punto di riferimento”.
Relativamente ai controlli funzionali, le bovine da latte controllate
nel 2016 sono state 231.624
(+0,50%) “un incremento che non deve essere sottovalutato,
soprattutto se si considera la diminuzione degli allevamenti in atto –
ha spiegato ancora Garlappi – La produzione media per capo controllato è
stata pari a 8.763 kg con un
aumento dell’1,26% rispetto
al 2015 e valori quanti-qualitativi di tutto rispetto. Notevole è anche
la consistenza media registrata di bovine controllate per allevamento,
che in Emilia Romagna raggiunge la cifra di
124,7, a fronte di una media
nazionale di 79,7. Un
valore, il nostro, che assume ancora più importanza se si considera che
i controlli funzionali dei nostri tecnici arrivano anche in montagna,
con tutte le difficoltà che questo comporta. In aumento poi la quantità
di latte vendibile di latte prodotto in Emilia Romagna che ha raggiunto
1.999,52 mila tonnellate,
con un aumento produttivo rispetto al 2015 del
4,5%, che diventa del
6,5% se si considera la base
quinquennale”.
Tornando all’attività del laboratorio di analisi, peraltro accreditato
dall’ente unico nazionale di accreditamento Accredia per le analisi di
grasso, proteine e cellule somatiche, va ricordato lo screening previsto
per la ricerca degli anticorpi della
Paratubercolosi e della
Neospora, l’analisi per il
rilevamento precoce della gravidanza, la fornitura agli allevatori del
kit per effettuare presso gli allevamenti le analisi della Bvd e per il
rilevamento di residui di antibiotici nel latte e l’implementazione,
dall’inizio del 2017, del
nuovo servizio per la ricerca della Chetosi. Un quadro di aspetti positivi, che però non toglie spazio ad alcune preoccupazioni. “La prima riguarda la modifica della Legge 30 – ha insistito il presidente Araer – una modifica che non conosciamo e che temiamo possa incidere negativamente sul sistema allevatori. Un altro tema che preoccupa riguarda i bandi della misura sulla biodiversità del Piano di sviluppo rurale nazionale, a cui si aggancia la misura del Piano di sviluppo rurale legato alla consulenza aziendale, un tema evidenziato con forza anche lo scorso anno a cui teniamo particolarmente perché rappresenta uno strumento di rilevante e vitale importanza per il nostro settore, che ha il grande bisogno di poter contare su supporti tecnici di lunga durata affinchè si possano orientare quelle scelte e quegli interventi necessari agli allevatori per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
All’assemblea ha partecipato anche
l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, secondo la quale
“i maggiori livelli produttivi registrati sono sicuramente un fatto
positivo – ha affermato – attenzione però all’aumento che sia per la
produzione di Parmigiano Reggiano che per il latte fresco vorrebbe poi
dire riuscire a trovare uno sbocco sul mercato che garantisca agli
allevatori una buona redditività”.
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