MORA ROMAGNOLA, COSì IL PROGETTO TREASURE CONTRIBUISCE ALLA SALVAGUARDIA DELLA RAZZA

 

15/11/2016

Brisighella ha confermato il successo del quarto Meeting nazionale dedicato ai suini di razza Mora Romagnola. Un’occasione per ammirare gli splendidi esemplari portati in mostra e fare il punto sul processo di conservazione della specie

“Il contributo della ricerca e le nuove iniziative di valorizzazione della Mora Romagnola”. Era questo il titolo del convegno che si è tenuto nelle scorse settimane a Brisighella (RA), in occasione della quarta edizione del Meeting Nazionale degli allevatori di suini di razza Mora Romagnola, che si è tenuto nella suggestiva località romagnola il 23 novembre scorso.

La Giornata ha incassato ancora una volta un buon successo di pubblico, soprattutto se si considera che l’allevamento della Mora Romagnola rappresenta una produzione di nicchia che fino a qualche anno fa ha rischiato l’estinzione.

Gli allevamenti che hanno partecipato all’iniziativa sono stati 12 con un totale di 53 soggetti in esposizione, tutti di elevato valore genetico e morfologico.

Come dicevamo, la razza Mora Romagnola, così radicata sul territorio fin dall’antichità, ha purtroppo rischiato di scomparire e il suo recupero è frutto di un intenso lavoro portato avanti dalla ricerca scientifica e dalle Istituzioni preposte.







Il convegno dedicato alla valorizzazione della Mora Romagnola svoltosi in occasione del Meeting di Brisighella, ha voluto focalizzare la situazione attuale dell’allevamento di questa razza e illustrare i progetti futuri volti al mantenimento e possibilmente all’aumento delle consistenze allevate.

Moderati dal direttore di Araer, Claudio Bovo, al tavolo dei relatori si sono succeduti Luca Fontanesi, docente presso l’Università di Bologna e  Maurizio Gallo, direttore dell’Anas (Associazione nazionale allevatori suini) che ha incentrato il suo intervento sul Progetto europeo Treasure, il cui obiettivo è quello di arrivare alla creazione di un marchio collettivo europeo in grado di dare maggiore visibilità e riconoscibilità alle razze autoctone e alle relative produzioni.

“La conservazione delle razze suine autoctone italiane – ha spiegato Gallo nel suo intervento – insieme alla Mora Romagnola coinvolge anche la forse più conosciuta Cinta Senese, la Casertana, l’Apulo Calabrese, il Nero Siciliano e la razza Sarda. Secondo i dati che abbiamo raccolto a fine 2015 la consistenza delle scrofe di Mora Romagnola ammonta a 270 unità, mentre i verri si fermano a 67 soggetti distribuiti in un totale di 31 allevamenti. Riguardo le prestazioni produttive verificate lo scorso anno, dato molto importante se si vuole riuscire a incrementare la popolazione di Mora Romagnola, abbiamo avuto in totale 380 parti con una media di nati vivi pari a 7,68 suinetti/scrofa e a 6,10 suinetti/svezzati/scrofa. Il progetto Treasure è operativo da un anno ed è orientato a incentivare la conservazione di quella biodiversità di cui la Mora Romagnola rappresenta un’importante espressione. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo però, è necessario intervenire adeguatamente per migliorare i sistemi di allevamento, l’alimentazione da somministrare agli animali e la sostenibilità ambientale. Un mix di interventi che possono concorrere in maniera molto incisiva sul miglioramento della qualità dei prodotti derivati, peraltro già ottima a iniziare dal prosciutto crudo e dalla carne fresca.  La valorizzazione delle razze autoctone – ha proseguito Gallo – deve attualmente fare i conti purtroppo con alcune criticità quali la uniformità qualitativa dei prodotti, una diffusa polverizzazione delle aziende che limita di fatto la realizzazione di quella massa critica indispensabile all’elaborazione di progetti importanti; ma va considerata anche  la scarsità di risorse per le attività di marketing e la quasi totale assenza di attività  promozionali del prodotto legato alla razza al di fuori dell’areale di produzione. Il Progetto europeo Treasure, nelle varie aree di intervento cui è indirizzato, punta alla creazione di un marchio Ue che potremmo definire ‘ombrello’ per le razze autoctone attraverso il quale promuovere efficacemente e diffusamente una corretta comunicazione del valore intrinseco delle razze locali all’interno dei Paesi Ue. Esso infatti potrà rappresentare un traino per la promozione delle singole piccole produzioni di razza locale, dimostrando di essere adatto al consumatore europeo moderno, oggi sempre più informato e curioso di conoscere la qualità di ciò che mangia, e applicabile con ridotti oneri perché si basa sulla tracciabilità del Registro anagrafico”.

Un percorso impegnativo e sicuramente laborioso, ma talmente importante e per questo da intraprendere per la salvaguardia di una razza suina di valore come la Mora Romagnola.

 

LE AZIENDE PARTECIPANTI AL MEETING

Amadori Maurizio (Castel Bolognese)

Belvedere Soc. agr. (Brisighella)

Ca’ ad là Az. agricola (Brisighella)

Casacce Az. agr. (Casola Valsenio)

Castellucci Marino  (Civitella di Romagna)

Fattoria Palazzo (Brisighella)

Guaducci Mario (Brisighella)

La Mora a Purocielo (Brisighella)

Ragazzini Valter  (Fontanelice)

Renzi Maurizio (Casola Valsenio)

Valentini f.lli Soc. agr. S.S. (Ravenna)

Valmori Germano (Brisighella)