La rassegna che si è svolta a Reggio Emilia dal 15 al 17 aprile scorsi
ha visto sfilare 170 splendidi esemplari provenienti da 70 allevamenti
distribuiti tra Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. Arduo il
compito dei giudici per individuare la regina delle Frisone in gara
Granarolo Emilia, 18 aprile 2016
- Davanti al pubblico delle grandi occasioni si sono spenti i riflettori
sulla prima edizione della
Mostra Interregionale delle Bovine da Latte, svoltasi presso il
quartiere fieristico di Reggio Emilia dal
15 al 17 aprile scorsi.
Al termine di una tre giorni in cui ben
170 splendidi esemplari provenienti da
70 allevamenti dell’Emilia
Romagna, della Lombardia, del
Piemonte e del
Veneto, hanno sfilato per
contendersi lo scettro più ambìto, il titolo di campionessa è andato a
Gerboise, dell’allevamento
Nure di Piacenza. Il titolo di
Riserva è stato assegnato a
StanleyCup White dell’azienda
agricola La Corte di Dotti (Modena),
mentre la Menzione d’onore è toccata
ad Alexander Epica dell’azienda
Eredi Caserini di Mantova.
La rassegna è stata interamente organizzata dall’Associazione
regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) e nonostante il momento di
grande difficoltà che gli allevatori stanno attraversando ha riscosso un grande
successo sia in termini di affluenza di pubblico che di espositori, a
dimostrazione che il settore è vivo e ha tutta l’intenzione di uscire dalla
crisi puntando sulla qualità del latte prodotto, garantita dall’elevato livello
genetico del bestiame allevato.
“Ancora una volta l’Emilia Romagna
ha dimostrato di essere una regione in recupero – ha dichiarato a margine della
rassegna il presidente di Araer,
Maurizio Garlappi – I giorni che ci aspettano saranno complicati. Si calcola
che l’aumento produttivo di latte, negli altri Paesi, arriverà a sfiorare il
15%, quindi non è difficile
ipotizzare l’arrivo di latte da ogni dove. Se vogliamo caratterizzare la nostra
produzione non possiamo fare altro che puntare sulla
genomica e sui
controlli funzionali, due elementi
ormai inscindibili per raggiungere i più elevati livelli produttivi all’interno
di allevamenti moderni ed efficienti, che garantiscono parametri impensabili
fino a qualche anno fa. Questo è stato possibile anche grazie all’attività di
Araer che, vorrei ricordare, da
qualche anno a questa parte sta continuando a lavorare egregiamente nonostante
abbia dovuto sopportare una riduzione dei finanziamenti pubblici pari al
60%. Un plauso quindi è doveroso nei
confronti di tutti i nostri associati. Mostre come quella che si è appena
conclusa a Reggio Emilia dimostrano inoltre tutta la loro importanza perché
sigillano un legame con il territorio
che è fondamentale. Il nostro auspicio è quello di poter ripetere il prossimo
anno la splendida esperienza appena vissuta, riscuotendo lo stesso successo e
contando, come avvenuto quest’anno, un numero sempre crescente di giovani
allevatori”.
Nel corso della Mostra svoltasi a Reggio Emilia è stato istituito per la prima
volta il premio “Vacca in forma 2016”,
riconoscimento assegnato alle bovine che producono per il
Parmigiano Reggiano Dop e il
Grana Padano Dop con alle spalle un
numero minimo di 5 lattazioni.
L’elaborazione dei dati utilizzati per la graduatoria e il calcolo della resa in
formaggio sono stati eseguiti dai tecnici dell’Associazione
italiana allevatori (Aia). I premi sono andati a 9 bovine. La prima
classificata per il Parmigiano Reggiano
è stata Rind Elvira dell’Azienda
agricola Consolini Arrigo di Reggiolo (RE) con
12 lattazioni
per una produzione di 171.798 kg
di latte e una resa in formaggio di
11.706,45 kg. Per il Grana Padano
la miglior Vacca in Forma è stata Ronchi
Comestar Lee Lea dell’Azienda agricola Bassi Mario di Fiorenzuola d’Arda
(PC) con 7 lattazioni pari a una
produzione complessiva di 160.963 kg
di latte e una resa in formaggio di
11.378,15 kg.
Di genomica e delle nuove frontiere
sul miglioramento genetico che attendono il comparto si è parlato nel corso del
convegno dedicato alla sostenibilità degli allevamenti da latte e alle nuove
tecnologie, svoltosi nella mattinata del 15 aprile. E se, come ha ricordato nel
suo intervento il direttore di Anafi
(Associazione nazionale allevatori di Frisona italiana),
Giorgio Burchiellaro. “la genomica
abbinata alla fecondazione artificiale favorisce l’accelerazione del
miglioramento genetico”, oggi non si può più prescindere da una produzione che
“rispetti il benessere animale, la sostenibilità ambientale e faccia i conti con
i cambiamenti climatici anche attraverso l’utilizzo di sistemi gestionali di
ultima generazione come Si@lleva”, ha sottolineato
Riccardo Negrini, direttore tecnico
di Aia (Associazione nazionale
allevatori), a cui ha fatto eco
Davide Barchi, Responsabile Servizio e Sviluppo delle produzioni animali
della Regione Emilia Romagna,
ricordando che “la distintività dei prodotti tipici regionali sarà l’isola che
continuerà a sostenere i nostri allevatori, partendo dal patrimonio che
rappresentano il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano”. |