I
giovani allevatori crescono. E guardano al futuro con uno spirito
imprenditoriale nuovo, in cui entusiasmo, passione e innovazione
tecnologica si fondono all’insegna di una rinnovata professionalità che
fonda le basi sulla tradizione tramandata dai genitori.
La
puntata andrà in onda giovedì 25 giugno a partire dalle ore
11.20.
Il presidente Garlappi viene microfonato
In
occasione della registrazione della puntata era presente anche il
presidente Araer, Maurizio Garlappi, a conferma dell’attenzione
che l’Associazione riserva alle “nuove leve” di allevatori associati,
impegnati a portare avanti i progetti più innovativi per una zootecnia
sempre più sostenibile e in linea con quanto oggi richiedono le
normative e soprattutto il mercato.
Matteo
Caponcelli,
coadiuvato dal papà Maurizio e dalla mamma, manda avanti una stalla dove
si contano in totale 330 bovine, 140 delle quali in mungitura, che
producono latte destinato al Parmigiano Reggiano. Tutta l’alimentazione
destinata al bestiame proviene dalla coltivazione dei 300 ha di terreno
dell’azienda: 200 coltivati a foraggio e i rimanenti a erba medica,
grano, sorgo, mais in rotazione triennale, che peraltro vengono
concimati con le deiezioni derivanti dall’allevamento.
“Questo ci consente non solo di soddisfare il fabbisogno
dell’allevamento, ma anche di riuscire a vendere la parte eccedente di
erba medica che coltiviamo”.
Tutte le
frisone allevate producono una media di 37-38kg di latte/die e in gran
parte sono ospitate in una stalla di nuova realizzazione dotata di tutti
gli accorgimenti previsti dalla normativa sul benessere animale, quindi
ventilazione per contrastare le elevate temperature estive, cuccette a
paglia per favorire un miglior riposo, spazi consoni ad assicurare il
maggior movimento possibile, teli oscuranti per impedire in estate un
eccessivo irraggiamento solare.
Matteo
Caponcelli
segue personalmente tutta l’attività di stalla e per i 3 dipendenti che
si alternano nei lavori di stalla e in mungitura, rappresenta un punto
di riferimento per ogni circostanza problematica che si può manifestare.
“Forse era scritto che una volta terminati gli studi in Agraria avrei
calcato le orme paterne – afferma – ma sono anche convinto che non avrei
voluto fare nessun altro lavoro. Una scelta che non mi è stata imposta
ma che ho sentito mia fin da quanto ero bambino e che rifarei senza
esitazione”.
“È molto
bello vedere dei ragazzi così giovani dedicarsi con tanta passione a una
professione che, nonostante il contributo di una tecnologia sempre più
innovativa, resta pur sempre impegnativa e spesso faticosa – ha voluto
sottolineare il presidente Garlappi – Matteo è e deve continuare
a essere un esempio per tanti altri giovani. A loro dobbiamo riservare
un’attenzione particolare per spronarli senza temere la fatica, bensì
per guardare a quelle gratificazioni professionali che un mestiere tanto
importante e affascinante come quello dell’allevatore può garantire a
chi ripone nella passione una delle leve più importanti della sua vita
lavorativa”.
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